La sindrome dell’intestino irritabile (IBS, dall’inglese Irritable Bowel Syndrome) è un disturbo comune che colpisce l’intestino crasso. È caratterizzata da sintomi come dolore addominale, gonfiore, cambiamenti nei movimenti intestinali (diarrea, stitichezza o entrambi) e variazioni nella consistenza delle feci.
Le cause esatte della sindrome dell’intestino irritabile non sono completamente comprese, ma si ritiene che coinvolgano una combinazione di fattori, tra cui problemi di motilità intestinale, sensibilità viscerale, disfunzione del sistema nervoso intestinale, infiammazione e disturbi della flora batterica intestinale. Alcuni fattori scatenanti comuni includono lo stress, determinati alimenti, alterazioni dell’equilibrio batterico intestinale e disturbi del sistema immunitario.
Nonostante non esista una cura definitiva per la sindrome dell’intestino irritabile, ci sono diverse strategie di trattamento che possono aiutare a gestire i sintomi, tra cui cambiamenti nella dieta, riduzione dello stress, esercizio fisico regolare e farmaci per alleviare specifici sintomi come il dolore addominale o l’alterazione della motilità intestinale. Il trattamento è spesso personalizzato in base ai sintomi individuali e alla gravità della condizione.
Il trattamento consiste in consigli dietetici come mangiare pasti piccoli e frequenti ed evitare l’assunzione eccessiva di alcuni alimenti come caffè, alcol e bevande gassate. Ai pazienti possono anche essere somministrati farmaci per migliorare sintomi specifici, talvolta vengono prescritti anche antidepressivi.
Secondo i risultati di un recente studio pubblicato su The Lancet Gastroenterology & Hepatology condotto presso l’Università di Göteborg il trattamento dietetico sembra essere più efficace dei farmaci nella sindrome dell’intestino irritabile (IBS).
Lo studio che ha coinvolto 300 pazienti adulti con IBS con sintomi gravi o moderati ha confrontato tre trattamenti: due dietetici e uno basato sull’uso di farmaci.
Al primo gruppo sono stati forniti consigli dietetici tradizionali per l’IBS, concentrandosi sul comportamento alimentare combinato con un basso apporto di carboidrati fermentabili, noti come FODMAP, il secondo gruppo ha ricevuto un trattamento dietetico a basso contenuto di carboidrati e proporzionalmente ricco di proteine e grassi, al terzo gruppo è stato somministrato il miglior farmaco possibile in base ai sintomi più fastidiosi dell’IBS del paziente.
Al termine del periodo di trattamento di quattro settimane i ricercatori hanno esaminato la risposta dei partecipanti ai trattamenti, utilizzando una scala di punteggio dei sintomi della a sindrome dell’intestino irritabile e i risultati sono stati chiari: tra coloro che hanno ricevuto consigli dietetici tradizionali per l’IBS e un basso contenuto di FODMAP, il 76% ha avuto una riduzione significativa dei sintomi, nel secondo gruppo la percentuale è stata del 71% mentre nel terzo gruppo la riduzione è stata del 58%.
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