Incontinenza urinaria

Una sfida clinica ad alto impatto

incontinenza urinaria

L’incontinenza urinaria (IU) è definita dall’International Continence Society come la perdita involontaria di urina, configurandosi come un disturbo uro-ginecologico di grande rilievo clinico e sociale. Colpisce tra il 25-45% delle donne e il 10-20% degli uomini adulti, con un’incidenza che cresce con l’età (Milsom et al., 2013).

Vuoi affrontare l’incontinenza urinaria con competenze integrate? Scopri il nostro Corso in Ginecologia e Infertilità e impara ad affrontare i disturbi pelvici con un approccio completo e moderno.

Classificazione e tipologie di incontinenza urinaria

Le principali forme di incontinenza urinaria sono:

  • Incontinenza urinaria da sforzo (IUS): causata da deficit del supporto pelvico o ipomobilità uretrale, frequente in donne multipare, post-menopausa o dopo interventi pelvici;
  • Incontinenza urinaria da urgenza (IUU): legata a iperattività del muscolo detrusore, di natura idiopatica o neurologica;
  • Incontinenza urinaria mista (IUM): combinazione di IUS e IUU;
  • Incontinenza urinaria da rigurgito: secondaria a ostruzione urinaria o ritenzione cronica.

Fattori di rischio e meccanismi predisponenti

Numerosi fattori predisponenti sono coinvolti:

  • Gravidanza e parto vaginale,
  • Obesità e invecchiamento,
  • Chirurgia pelvica (prolassi, isterectomia),
  • Malattie neurologiche come SM o Parkinson.

L’interazione di questi fattori compromette la funzione di supporto e controllo del pavimento pelvico.

Il primo approccio è conservativo:

  • Nei casi refrattari: interventi chirurgici come il posizionamento di sling o altri sistemi di supporto uretrale (Andersson et al., 2009).
  • Modifiche dello stile di vita: riduzione del peso corporeo, gestione dell’idratazione;
  • Terapia farmacologica, nei casi di IUU o IUM;

Riabilitazione pelvica: pilastro terapeutico per l’IUS

La riabilitazione del pavimento pelvico rappresenta il trattamento di prima linea per la IUS, con evidenze cliniche solide. Include:

  • Esercizi di Kegel personalizzati,
  • Biofeedback pelvico per migliorare la consapevolezza muscolare,
  • Elettrostimolazione funzionale,
  • Terapia comportamentale.

Studi dimostrano miglioramenti significativi già dopo 12 settimane di trattamento regolare (Dumoulin et al., 2018).

L’osteopatia si inserisce come approccio integrativo e funzionale, lavorando su:

  • Sacro, iliaco, sinfisi pubica;
  • Diaframma pelvico e colonna lombare;
  • Catene miofasciali connesse alla funzione viscerale.

Le tecniche osteopatiche migliorano la dinamica viscerale e neuromuscolare, favorendo la continuità tissutale tra vescica, uretra e strutture pelviche (Lavelle et al., 2012). Un trattamento osteopatico ben integrato può ridurre le disfunzioni miofasciali e potenziare i risultati della fisioterapia.

👉 Integra conoscenze ostetriche, riabilitative e osteopatiche: iscriviti al Corso in Ginecologia e Infertilità e sviluppa un approccio clinico a 360 gradi per il trattamento dell’incontinenza urinaria

L’incontinenza urinaria richiede una gestione multidisciplinare, basata su:

  • Valutazione personalizzata;
  • Trattamenti conservativi mirati;
  • Integrazione tra fisioterapia, medicina e osteopatia.

Solo un approccio globale e centrato sulla persona può davvero migliorare la qualità della vita e ridurre la dipendenza da farmaci o interventi invasivi.

Leggi anche:

Pavimento pelvico

L’impatto emotivo dell’isterectomia sulla donna

Infertilità Maschile

Newsletter Epistrofeo

Vorresti rimanere sempre aggiornato sulle ultime novità in ambito sanitario?

Iscrivi alla nostra nostra newsletter CLICCA QUI

Group 227 Vuoi iniziare il tuo percorso con noi?