I cibi ultra-processati sono alimenti che subiscono un lungo processo industriale, durante il quale vengono aggiunti ingredienti che non si troverebbero normalmente in una cucina domestica, come additivi, conservanti, coloranti, dolcificanti artificiali e aromi artificiali. Questi alimenti sono spesso privi di nutrienti naturali e possono contenere elevate quantità di zuccheri, sale e grassi poco salutari.
Questi alimenti sono formulati principalmente per garantire sapore, praticità e basso costo, con il valore nutritivo meno prioritario. In genere contengono cinque o più ingredienti e sono ricchi di zuccheri e grassi.
Esempi di cibi ultra-processati includono snack confezionati, fast food, bibite gassate, cibi pronti da riscaldare, cereali da colazione, dolci industriali e molti prodotti trasformati contenenti ingredienti come oli raffinati, farine raffinate e aromi artificiali. Sebbene questi alimenti siano convenienti e spesso appetitosi, il consumo eccessivo di cibi ultra-processati è stato associato a vari problemi di salute, come l’aumento del rischio di malattie cardiovascolari, diabete e obesità.
In un nuovo studio i ricercatori hanno analizzato tramite imaging MRI 666 individui di età media di 60 anni ed hanno rilevato che le persone che consumavano diete ricche di alimenti ultra-processati avevano un aumento dei depositi di grasso nelle cosce, ovvero una degenerazione del muscolo, con depositi di grasso intramuscolare, aumentando il rischio di osteoartrosi del ginocchio.
È stato riscontrato che i depositi di grasso intramuscolare si sono verificati indipendentemente dal numero di calorie consumate dai partecipanti allo studio o dal loro livello di attività fisica.
I risultati dello studio di imaging sono stati presentati al meeting annuale della Radiological Society del Nord America (RSNA) a Chicago nel dicembre 2024 ed è il primo studio che lega chiaramente questo fenomeno al consumo di cibi ultra-processati.
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