La letteratura attuale suggerisce un legame tra l’uso del ciuccio e una serie di conseguenze sia positive che dannose. Le conseguenze positive includono l’effetto calmante e la protezione dalla sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS), mentre quelle negative includono un aumento del rischio di otite media e malformazioni dentali.
Tuttavia, c’è poca ricerca sull’impatto dell’uso del ciuccio sullo sviluppo dei suoni del parlato.
Un recente studio si è posto l’obiettivo di indagare se la durata (in numero di mesi) e la frequenza giornaliera dell’uso del ciuccio hanno un effetto individuale o combinato sullo sviluppo del linguaggio di un bambino e, in caso affermativo, in che modo.
Lo studio è stato svolto su un totale di 100 bambini di età compresa tra 24 e 61 mesi. Ai loro genitori è stato chiesto di completare un questionario sulla durata e la frequenza dell’uso del ciuccio e sui fattori noti per influenzare lo sviluppo del linguaggio.
I risultati hanno mostrato che la maggior parte dei risultati non sono significativamente associati all’uso del ciuccio. Tuttavia, esiste un’associazione significativa tra l’aumento degli errori atipici e la maggiore frequenza dell’uso di ciuccio diurno.
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In conclusione, mentre la ricerca continua a esplorare l’ampio spettro di influenze sull’infanzia, è essenziale considerare l’importanza di un intervento tempestivo e mirato per favorire lo sviluppo ottimale del linguaggio e della comunicazione. In questo contesto, le figure sanitarie del logopedista e del terapista delle neuro psicomotricità dell’età evolutiva svolgono un ruolo cruciale nel valutare e intervenire sulle sfide linguistiche e comunicative che possono emergere durante la crescita del bambino. La loro expertise contribuisce a fornire sostegno personalizzato, consentendo ai giovani pazienti di raggiungere il loro pieno potenziale linguistico e comunicativo, promuovendo così un benessere globale nella fase di sviluppo precoce.
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