Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università di York ha messo in luce un’importante scoperta: ballare può ridurre la depressione associata al morbo di Parkinson. Questa ricerca ha evidenziato come l’attività fisica, in particolare attraverso la danza, possa avere effetti positivi sul benessere emotivo e psicologico dei pazienti affetti da questa malattia neurodegenerativa. La depressione è infatti uno dei sintomi più comuni e debilitanti del Parkinson, e l’innovativo approccio terapeutico proposto potrebbe rappresentare una valida alternativa o integrazione ai trattamenti tradizionali, migliorando la qualità della vita dei pazienti.
La depressione è uno dei disturbi più comuni e debilitanti associati al morbo di Parkinson, che colpisce circa il 40-50% dei pazienti. Questo disturbo dell’umore può manifestarsi con sintomi come tristezza persistente, perdita di interesse nelle attività quotidiane, stanchezza e difficoltà a concentrarsi. La depressione nel Parkinson non è solo una risposta alla consapevolezza della malattia, ma è anche legata a cambiamenti chimici nel cervello, in particolare alla diminuzione dei livelli di dopamina, un neurotrasmettitore che gioca un ruolo chiave nelle emozioni e nel movimento. La presenza di depressione può complicare ulteriormente la gestione della malattia, riducendo la motivazione del paziente a partecipare alla terapia fisica e aumentando il rischio di un peggioramento generale dei sintomi motori e non motori. Il trattamento della depressione nei pazienti con Parkinson è quindi fondamentale per migliorare la qualità della vita e facilitare l’aderenza alle cure.
Lo studio, pubblicato recentemente sul Journal of Medical Internet Research, ha seguito 23 partecipanti al programma Sharing Dance Parkinson presso la National Ballet School del Canada, a cui era stata diagnosticata la malattia di Parkinson, nonché 11 controlli sani, che erano per lo più familiari o tutori di persone affette da malattia di Parkinson. I partecipanti hanno seguito lezioni di danza settimanali per 8 mesi.
I ricercatori hanno misurato i punteggi dell’umore e della depressione in tutti i partecipanti utilizzando la Geriatric Depression Scale prima e dopo ogni lezione e hanno condotto scansioni MRI regolari.
I ricercatori hanno così scoperto che dopo ogni lezione di ballo, i tassi di depressione segnalati diminuivano e l’effetto era cumulativo da lezione a lezione, con miglioramenti significativi dopo 8 mesi. Hanno anche scoperto che le scansioni MRI mostravano segnali ridotti in una regione del cervello della corteccia frontale associata alla regolazione emotiva.
Gli autori concludono che la danza abbia un doppio beneficio: la musica attiva i centri di ricompensa del cervello e il movimento agisce sui circuiti sensoriali e motori e affermano pertanto che sebbene la danza non sia di per sé un trattamento per la malattia di Parkinson, i benefici sono chiari.
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