I disturbi temporomandibolari (DTM) sono una serie di condizioni che coinvolgono le articolazioni temporomandibolari, i muscoli della mascella e le strutture adiacenti. Questi disturbi possono causare dolore e disagio nella regione della mascella, limitando la capacità di aprire e chiudere la bocca correttamente. I sintomi comuni includono dolore alla mascella, scrosci o clic durante il movimento della mandibola, mal di testa e difficoltà nella masticazione. I DTM possono essere causati da fattori come lo stress, la postura scorretta, il digrignamento dei denti e lesioni alla mascella. Il trattamento varia in base alla gravità dei sintomi e può includere terapie fisiche, farmaci e dispositivi di rilievo del dolore. Una corretta diagnosi e un piano di trattamento personalizzato sono fondamentali per gestire efficacemente i disturbi temporomandibolari.
La patogenesi dei disturbi temporomandibolari è multifattoriale, comprendendo fattori biologici, comportamentali, ambientali, sociali, emozionali e cognitivi.
I disturbi temporomandibolari si possono presentare a qualunque età ma sono più comuni nei soggetti giovani e adulti di mezza età con manifestazioni comuni quali dolore miofasciale, llimitazione nell’apertura della bocca, sublussazione del disco articolare e disturbi infiammatori degenerativi.
Oltre ai precedenti, anche i segni e i sintomi otologici sono piuttosto frequenti: pienezza auricolare (orecchio congestionato, intasato o imbottito), otalgia, acufene, vertigini, ipoacusia, prurito, tuttavia i meccanismi alla base di una potenziale associazione diretta o indiretta sono controversi.
In una review del 2022 gli autori hanno raccolto e discusso le evidenze scientifiche disponibili sulla fisiopatologia e la gestione dei disturbi otologici nei pazienti con disordini temporomandibolari.
Lo studio ha evidenziato che nonostante l’elevata prevalenza di sintomi otologici nelle persone con disturbi temporomandibolari, non esiste consenso sulla gestione di tali sintomi a causa anche della scarsità delle evidenze attuali, concludendo che fino a quando non saranno disponibili prove, i dentisti e gli specialisti del dolore orofacciale dovrebbero indirizzare i pazienti con sintomi otologici a un otorinolaringoiatra.
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