La sindrome da conflitto femoro-acetabolare (o FAI, femoro-acetabular impingement) è una causa comune di dolore all’anca che può potenzialmente portare all’osteoartrosi. La FAI comprende tre possibili varianti morfologiche anomale: tipo CAM, tipo Pincer o tipo misto.
La gestione operativa della sindrome da conflitto femoro-acetabolare mira a rimodellare artroscopicamente la morfologia anomala dell’anca e riparare il labbro. Per la riabilitazione successiva alla gestione operatoria, si raccomanda all’unanimità un programma strutturato di terapia fisica affinché il paziente possa ritornare al precedente livello di attività fisica. Tuttavia, nonostante questa raccomandazione unanime, esiste una significativa eterogeneità tra le attuali raccomandazioni per i programmi di terapia fisica postoperatoria.
In una recente review (Hanish et al 2023) si evince che nella letteratura attuale è favorito un protocollo di fisioterapia postoperatoria in quattro fasi, ciascuna fase comprendente i propri obiettivi, restrizioni, precauzioni e tecniche di riabilitazione.
La fase 1 mira a proteggere l’integrità dei tessuti riparati chirurgicamente, ridurre il dolore e l’infiammazione e riacquistare circa l’80% del ROM completo. La fase 2 guida una transizione graduale al carico completo, in modo che il paziente possa riacquistare l’indipendenza funzionale. La fase 3 aiuta il paziente a diventare asintomatico dal punto di vista ricreativo e ripristina la forza e la resistenza muscolare. La fase 4 culmina con il ritorno allo sport agonistico o all’attività ricreativa senza dolore.
Al momento non esiste un unico protocollo di terapia fisica postoperatoria concordato all’unanimità. Tra le attuali raccomandazioni, esistono variazioni riguardanti scadenze specifiche, restrizioni, precauzioni, esercizi e tecniche durante le quattro fasi.
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