La manipolazione cervicale è una tecnica in cui il terapista applica un impulso ad alta velocità con una bassa ampiezza (HVLA: high velocity low amplitude) diretta a segmenti spinali cervicali.
Si tratta di una manipolazione che che ha un effetto terapeutico se eseguita correttamente.
Questo tipo di tecnica non è però priva di rischi, specialmente se eseguita a livello del tratto cervicale: in passato sono stati riportati numerosi incidenti cerebrovascolari dopo manipolazioni cervicali nell’area irrorata dall’arteria vertebrale (VA) e dall’arteria carotide interna (ICA).
La domanda che ci si pone è quindi relativa alla sicurezza nell’utilizzo di tale tecnica.
In un recente studio pubblicato sulla Rivista Journal of Manual & Manipulative Therapy alcuni ricercatori (Gorrell LM et al, 2022) hanno misurato i cambiamenti di lunghezza che si verificano a carico della VA durante la manipolazione del rachide cervicale applicata su cadavere.
Durante lo studio sono stati impiantati dei cristalli ad ultrasuoni piezoelettrici lungo la VA (da C1 a C7) e sono stati utilizzati per misurare i cambiamenti di lunghezza durante la manipolazione del rachide cervicale di sette cadaveri umani non imbalsamati e post-rigor. Le arterie sono state quindi asportate ed è stato misurato l’allungamento da posizioni testa/collo arbitrarie in situ alla prima forza (0,1 N). Successivamente, i VA sono stati allungati (8,33 mm/s) fino a cedimento meccanico. Il cedimento è stato definito come l’istanza in cui l’allungamento VA ha provocato una diminuzione della forza.
In conclusione, le manipolazioni e le variazioni della lunghezza dell’arteria sono rimaste al di sotto del length slack, suggerendo che la VA viene allungata, ma non stirata durante la manipolazione.
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