L’effetto nocebo è un effetto negativo o indesiderato che si verifica in seguito a una convinzione negativa o aspettativa negativa riguardo a un trattamento, anche se tale trattamento è in realtà inerte o inefficace.
Ad esempio, se una persona viene avvertita che un farmaco è probabile che provochi nausea, è più probabile che lei sperimenti nausea dopo aver assunto il farmaco, anche se il farmaco non ha in realtà alcun effetto sulla nausea.
L’effetto nocebo può essere un problema significativo in ambito medico. Può portare a pazienti che non prendono i farmaci prescritti, che abbandonano i trattamenti o che sperimentano effetti collaterali negativi che non sono reali.
La comunicazione verbale in fisioterapia è importante nella relazione paziente-terapista, è stata infatti identificata come uno dei fattori contestuali che possono avere un impatto sulle convinzioni dei pazienti sulla malattia.
Linskens et al. hanno condotto uno studio pubblicato recentemente per determinare l’effetto del linguaggio negativo dei fisioterapisti sull’ansia e sulle convinzioni sulla malattia degli studenti sani.
A tal fine sono stati confrontati gli effetti della visione di un breve video educativo sulla lombalgia nel quale veniva utilizzato un linguaggio negativo rispetto agli effetti della visione di un video che utilizzava un linguaggio neutro o positivo.
Lo stato d’ansia valutato utilizzando lo State-Trait Anxiety Inventory. Lo State-Trait Anxiety Inventory (STAI) è un questionario autosomministrato che misura l’ansia in due dimensioni: stato e tratto. Lo STAI è uno dei questionari più validi e affidabili per la misurazione dell’ansia. È utilizzato in una varietà di contesti, tra cui la ricerca, la pratica clinica e la medicina sportiva.
Le convinzioni sulla malattia sono valutate utilizzando il Illness Perception Questionnaire. L’Illness Perception Questionnaire (IPQ) è un questionario autosomministrato che misura la percezione della malattia di una persona. ssiluppato da Peter Weinman e colleghi nel 1993.
Lo studio, randomizzato e controllato ha incluso 169 partecipanti.
Gli autori concludono che esiste una relazione causale tra l’uso di un linguaggio negativo da parte dei fisioterapisti e uno stato più elevato di ansia e convinzioni sulla malattia che possono innescare l’effetto nocebo nel ricevente.
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