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Approccio osteopatico ai trigger point 

A cura del dottor Andrea Sette

trigger point 

I Trigger Points (TPs) sin dalla loro scoperta da parte della coppia Travell e Simons hanno destato interesse che ancora non trova una completa spiegazione alla loro eziologia. Le attuali teorie si orientano a definire il punto trigger neuromuscolare un nodulo di tessuto muscolare teso molto sensibile, in grado di provocare dolore riferito allo stimolo meccanico. Ogni punto di innesco ha una specifica zona di dolore riferito e alla palpazione il trigger point e il suo cordone mialgico si percepiscono con la presenza di bande tese e una risposta di spasmo locale. 

Le caratteristiche del TPs sono il dolore di tipo riferito, l’affezione limitata al tessuto muscolare con distribuzione corporea del dolore limitata a una regione, l’asimmetria (maggiore dolore in un emilato che nell’altro). La compressione del TP provoca un dolore locale e un dolore riferito simile a quello descritto spontaneamente dal paziente, che infatti riconosce “il proprio dolore”. 

Esistono diverse tipologie di TPs: i primari (o centrali) che sono quelli più classici, situati al centro del ventre muscolare e in genere sono quelli che i soggetti riconoscono e riportano più facilmente, e i secondari (o satelliti) che si creano nei muscoli intorno a quello primario, che rimane il primo da trattare.  

Inoltre, si possono distinguere anche i TP in attivi (primari o secondari che evocano dolori riferiti e risultano dolenti alla palpazione) e latenti (o inattivi), che non danno dolore riferito e non sono dolenti, ma provocano rigidità muscolare e possono riattivarsi in seguito a stimolazioni. 

Le aree nel corpo in cui si trovano più comunemente i TPs sono i muscoli trapezi superiori su entrambi i lati del collo appena sopra le spalle, il lembo quadrangolare della parte bassa della schiena, i muscoli posteriori della coscia, del polpaccio e lungo la banda iliotibiale. 

Trattamento dei Trigger Points

Esistono diversi approcci per gestire i TPs, tra cui agopuntura, terapia manuale, massaggio, modalità non invasive come ultrasuoni, laser o stimolazione elettrica o iniezioni di steroidi. 

Approccio osteopatico 

Secondo il concetto osteopatico di facilitazione midollare, le manipolazioni ad alta velocità e bassa ampiezza (High Velocity Low Amplitude – HVLA) avrebbero un effetto neurologico sul metamero facilitato grazie alla riduzione della sensibilità dei TPs dei muscoli innervati da tale metamero. La facilitazione intesa come mantenimento di uno stato parziale o totale di eccitazione in un polo di interneuroni in uno o più segmenti spinali può essere dovuta ad un aumento, prolungato nel tempo, delle afferenze in base a un circuito aberrante o a cambiamenti che interessano i neuroni. La disfunzione somatica (iperattività gamma) rappresenta una di quelle cause; essa è correlata a diversi tipi di recettori: i recettori sensitivi capsulo-legamentosi e i fusi neuromuscolari. Nel segmento in disfunzione, l’attività gamma è eccessiva su un muscolo o un gruppo muscolare perché i motoneuroni gamma scaricano permanentemente e mantengono le fibre intrafusali in uno stato di accorciamento cronico. Il muscolo non può più rilassarsi, c’è uno spasmo muscolare che fissa la vertebra e impedisce la mobilità in alcuni parametri.  

Per questi motivi, l’utilizzo della manipolazione vertebrale si colloca nel trattamento della cosiddetta “facilitazione midollare”. Quest’ultima, in ottica osteopatica, rappresenta il ponte di connessione tra le HVLA e il trattamento di disfunzioni osteopatiche muscoloscheletriche, viscerali e/o craniali.  

In queste rientra il trattamento dei TPS. 

Bibliografia essenziale 

Fernández de las Peñas C, Arendt-Nielsen L, Simons DG. Contributions of myofascial trigger points to chronic tension type headache. J Man Manipulative Ther 2006;14: 222-31. , thorax and pelvis. Edinburgh: Churchill Livingstone; 2000. p. 120-2. 

McPartland JM, Simons DG. Myofascial trigger points: translating molecular theory into manual therapy. J Man Manipulative Ther 2006;14:232-9. 

Raquel Martínez-Segura et al Immediate effects on neck pain and active range of motion after a single cervical high-velocity low-amplitude manipulation in subjects presenting with mechanical neck pain: a randomized controlled trial J Manipulative Physiol Ther. 2006 Sep 

Sasha L Aspinall et al No difference in pressure pain threshold and temporal summation after lumbar spinal manipulation compared to sham: A randomized controlled trial in adults with low back pain Musculoskelet Sci Pract. 2019 Oct; 

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